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Riserva marina delle Egadi

di Fabio Piccin

Le Egadi, isole rimaste originali e incontaminate dove si assapora ancora la vita scandita dal ritmo tranquillo, trascorrendo le giornate a scrutare gli scenari che con incredibile arte, sono stati generati dalla natura.

Famose per la Mattanza del tonno, nel mese di maggio, le Egadi si presentano come delle perle che sorgono dal mare cristallino e azzurro che oltre a un fluente turismo estivo, offre anche abbondanza di pesce ai pescatori locali. Le Egadi, furono abitate fin dai tempi antichi, e i siti archeologici studiati all’interno di cavità naturali, ne sono la testimonianza. Oggi il turismo si è ben sviluppato e la popolazione Egadina, anche se con difficoltà, si mantiene viva e attiva. Le isole Egadi, sono oggi una riserva marina tutelata dallo stato, di dimesioni estese l’area protetta comprende le isole di Favignana, Marettimo e Levanzo e le piccole isole minori, e si contraddistingue sicuramente per il fantastico mare e le caverne sommerse di origine carsica. Il team Acheloos geo exploring ha documentato, in stretta collaborazione con il diving locale Stella Marina, una panoramica del parco sia terrestre che marina ..

Favignana

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Sicuramente la più conosciuta, per le spiagge e l’antica tonnara della famiglia Fiorio, Favignana ci ha stupito per le incantevoli insenature e per molti dettagli naturalisti davvero molto interessanti. Arriviamo quindi con il traghetto da Trapani, e la prima cosa che balza agli occhi sono delle strane conformazioni della costa di tufo, che dopo il primo sopralluogo scopriamo essere delle incredibili aree scavate in modo molto regolare fin sul mare. Sono le cave di Tufo di epoca antica, utilizzate dai romani che avevano colonizzato l’isola e che hanno poi lasciato in eredità le tecniche di scavo fino ai tempi moderni . Oggi , le depressioni risultanti dall’escavazione, sono divenuti dei meravigliosi giardini che offrono un microclima adatto alla vegetazione mediterranea. Nella Collina sovrastante, si nota il grande castello di epoca Spagnola, costruito con pareti perimetrali concave per attutire l’effetto delle palle di cannone utilizzate in passato durante gli attacchi nemici. Il percorso è arduo per arrivare sulla sommità del colle, ma il panorama ne compensa ampiamente l’impegno del cammino. Dall’alto si notano le altre due “sorelle” di Favignana, Levanzo e Marettimo e tutta la pianura circostante fino alla punta del faro verso sud, verso il Mediterraneo. Cerchiamo informazioni anche sulla famosa mattanza dei tonni, che si programma a maggio nel mare antistante alle tre isole, dove si formano delle starne correnti che attraggono numerosi branchi di tonni. “Si lavora duro per preparare la mattanza” ci racconta un pescatore intento ad attrezzare la barca, “ ci dobbiamo vedere le reti, e disporle in mare in modo che i tonni, attirati dai branchi di sardine, salgono dai fondali fino in superficie, poi quando sono sopra li arpioniamo e li tiriamo sulle barche con la forza delle braccia! E un momento molto eccitante e travolgente, perché si lotta entrambi per la sopravivenza, noi e i grandi pesci del mediterraneo !!” I tonni venivano in passato, trasportati alla tonnara, proprio sul porto, e da li cominciava il processo di lavorazione. Oggi, lo stabilimento è chiuso e sarà presto riaperto, dopo il restauro, come museo dell’isola dove i molti turisti potranno ammirare documenti storici che spaziano dalle epoche più antiche fin alla moderna testimonianza del duro lavoro della Tonnara.

Levanzo

La più piccola delle tre isole principali, Levanzo si nota in lontananza per il piccolo villaggio arroccato sulla baia del porto. La documentazione storica a nostra disposizione, curata dalla Dottoressa Mittica, ci porta a verificare un sito archeologico molto antico, databile all’epoca Romana, utilizzato per la lavorazione del pesce. Si tratta di particolari vasche quadrate o cilindriche rivestite di coccio pesto (particolare intonaco utilizzato in epoca antica per isolare le pareti delle cisterne) costruite in aree antistani il mare, dove venivano depositati e lasciati a fermentare, quantità considerevoli di pesce. I prodotti finali dopo vari processi di filtrazione e bollitura erano una salsa densa comunemente chiamata “garum” e una piu filtrata chiamata “liquamen” ricavata dalle sole interiora dei pesci. Di tali aree produttive si ha riscontro in molte località del mediterraneo, il sito di Levanzo fu scoperto da un turista nel 1972, fu il primo segnalato e in seguito s’intrapresero una serie di ricerche analizzando molti altri siti costieri. A poca distanza dal nostro punto d’interesse, si trova un interessante relitto antico composto da numerose anfore utilizzate per trasporto alimentare, che probabilmente erano utilizzate proprio per il trasporto delle preziose salse prodotte a Levanzo.. Le origini abitative dell’isola risalgono però a un periodo molto antico, sono stati ritrovati infatti dei geroglifici nella grotta del Genovese risalenti all’epoca del ferro, che si conservano oggi in modo notevole, consentendo a chi li vede di ritornare indietro nel tempo.. Levanzo oggi sorprende per il ritmo di vita che gli isolani conducono, con la ricerca del necessario e non del superfluo, poco stress e una pace incredibile, ci sono pochissime auto ( forse 10 ) e tutto è concentrato sulla baia del porto.. Le barche sembrano sospese in aria e l’acqua è limpida e quasi impercettibile! Di tanto in tanto parte qualche piccola imbarcazione con un pescatore, che va a procurarsi la cena…

Marettimo

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L’isola dove le case non si chiudono mai e tutti si conoscono e si salutano gentilmente! Questo sicuramente è quello che sorprende il nuovo ospite dell’isola, il clima sereno che si percepisce a Marettimo è difficile da descrivere attraverso un testo o delle immagini, è sufficiente restarci pochi giorni e sentire un nodo in gola e una nostalgia notevole non appena il traghetto lascia il porto per rientrare a Trapani. Con gli amici del diving Stella Marina, abbiamo conosciuto molti aspetti della vita e della storia dell’isola inediti, per questo ringraziamo i “ragazzi” con cui abbiamo serenamente collaborato. Geograficamente Marettimo fa parte ormai della faglia Africana, in effetti, la morfologia è molto diversa rispetto alle due “sorelle”, con montagne piuttosto alte e delle scogliere a picco sul mare d’incantevole bellezza. Nella zona montagnosa, distese di macchia mediterranea con mirto, salvia selvatica, menta, finocchio selvatico e una foresta di pini marittimi indicatori di sorgente d’acqua dolce, si percorrono lunghi sentieri che conducono alle zone più remote del gioiello Egadino. Molto facile incontrare cervi e mufloni, introdotti negli anni ’50 e che oggi rappresentano un elemento importante della fauna locale, che con la loro agilità s’inerpicano fino sui pendii più ripidi per cercare il sale che si deposita sugli scogli. Il mare e le baie scavate nella roccia, sono delle incredibili piscine naturali, e dove il fondale è più sabbioso, il colore dell’acqua stupisce per la sua intensità. Ci prepariamo a delle immersioni impegnative ma sicuramente entusiasmanti, considerando la notevole visibilità sott’acqua e dedicandoci prevalentemente a percorsi ipogei. La visita alla famosa Cattedrale sommersa ci sorprende positivamente, un’immensa grotta a 25 m di profondità ricca di concrezioni carsiche che sembrano un colonnato di una navata bizantina. La grande dimensione delle sale non trasmette il senso claustrofobico, e sembra di essere impegnati in una immersione notturna, con tutti i sorprendenti incontri dei numerosi pesci e crostacei che prediligono la poca luce. L’acqua e limidissima, e riusciamo a vedere a oltre 50mt, illuminando con dei fari alogeni, e la guida ci indica una serie di ossa concrezionate probabilmente di una tartaruga marina preistorica che è venuta a morire in fondo alla Cattedrale .. Sulla scogliera dei Totem, l’obbiettivo è incontrare le grosse cernie. La costa sud dell’isola è conosciuta per le baie con acqua cristallina, e per i grandi massi immersi a circa 30m che hanno aspetto dei grandi totem, qui essendo il fondale esposto alle correnti del mare aperto, si possono incontrare delle cernie di grandi dimensioni che possono raggiungere anche i 40Kg di peso. Con dovuta attenzione ed esperienza si riesce ad avvicinare questo elegante pesce che illuminato si mostra in tutta la sua colorata ivrea rossastra. Altri siti d’immersione molto belli, la secca del Cammello, chiamata cosi per la singolare forma e altre scogliere piu profonde ricche di corallo, sono ecosistemi che con la salvaguardia della riserva marina delle Egadi , si mantengono intatti nel tempo mostrando la bellezza del mare e del suo ecosistema.

Conclusioni

Documentare la vita e la natura del mondo sommerso e dei parchi naturali montani delle isole Egadi è una continua scoperta di affascinati ambienti e situazioni, che ci ha arricchito molto sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista umano. Le persone che abbiamo conosciuto e frequentato e la ricchezza del mare delle Egadi ci lasciano un ricordo indelebile nel nostro percorso, con a speranza di essere riusciti a trasmettere le emozioni vissute attraverso le immagini che presentiamo.

Ringraziamenti

Un ringraziamento particolare ai ragazzi del diving center Stella Marina di Marettimo, che ci hanno supportato nella logistica e ci hanno trasmesso una serie di notizie importanti per la conoscenza delle Egadi.

SEPADIVER di Trieste per le atrezzature fornite.

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