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Maldive long term..

Una Lunga permanenza nel paradiso dei subacquei, la vita vera della gente delle Maldive, il racconto appassionante per descrivere sensazioni e paesaggi. Testo e foto di Riccardo Mittica.

Al mio arrivo l’aereo sembra atterrare sull’acqua. L’aeroporto è una striscia di terra staccata da Male, la capitale, una città che sembra galleggiare: strade palazzi, moto, ma non c’è terraferma. Per raggiungere Felidhu sono a disposizione dei turisti idrovolanti e barche veloci, io salgo a bordo di un "dhoni", una stupenda imbarcazione dall’aspetto forte e stabile, che fino a qualche anno fa si muoveva solamente grazie alla sua vela latina e alla forza del vento. Lo scafo è artigianalmente costruito con tronchi di palma da cocco e dalla prua parte un grande arco che si alza verso il cielo. E’ sorprendente l’abilità con cui è manovrata durante la navigazione e spontaneamente sorrido nel constatare che il timone è direzionato dai piedi del capitano.

Durante il tragitto aumenta sempre più la curiosità di scoprire il fondo del mare... Metro dopo metro saltano fuori dall’acqua spaventati dei curiosissimi pesci, capaci dei più grandi vagheggiamenti dell’uomo: saper volare e non avere limiti di tempo nel restare sott’acqua, si tratta di alcuni esemplari di Exocoetus volitans, meglio conosciuti come pesci volanti, capaci di lunghi balzi fuori dall’acqua per sfuggire ai predatori. Si incontrano delfini e tartarughe che affiorano in superficie a respirare e attraverso le lagune, nei pressi delle spiagge, è impossibile non notare le pinne degli squali pinna nera, esemplari giovani che nuotano al sicuro degli squali più grandi, di cui potrebbero diventare prede. A dimostrazione che tutto quello che si vede non è un sogno, il capitano issa a bordo dei bellissimi tonnetti, la crew del dhoni infatti ha sempre una lenza in mano che di tanto in tanto è tirata su da un mulinello artigianale. La pesca infatti è la maggiore attività della popolazione maldiviana che ancora oggi si sostiene rifornendo i mercati dell’est asiatico. Curiosa e intelligente è la pesca alla cernia: i pescatori nuotano facendo snorkeling sull’esemplare prescelto e, attirandolo con un’esca dondolante davanti alla sua bocca, lo catturano. Si tratta di una pesca selettiva, senza inutili sprechi.

L’accoglienza sulle isole è data dai bellissimi fiori di ibisco (hibiscus tiliaceus) e dal silenzio, un paradisiaco silenzio, i rumori della "vita civile" non esistono. Solo in un secondo momento si notano imponenti le palme da cocco, l’albero del pane, banani e papaye. Ma ciò che più illumina è la sabbia corallina, una distesa di finissima polvere di talco, creatasi nel tempo anche grazie al generoso contributo dei pesci pappagallo, i quali nutrendosi delle alghe che raschiano dal reef con le loro robuste placche dentali, frantumano parte del corallo riducendolo in polvere e mantenendo così "pulita" la barriera.

A comporre le Maldive sono 26 atolli, veri e propri "anelli", formati a loro volta da secche (thila), isole e lingue di sabbia (finolhu) intervallate da canali (kandu) che permettono il ricambio delle acque e determinano spesso forti correnti in entrata e in uscita. La temperatura media durante l’anno e di 30° C, la stessa che si può registare a 30 metri di profondità. Intorno a maggio e ottobre il monsone determina un cambiamento ciclico della direzione del vento, tale da provocare cicloni tropicali molto violenti, ma si può essere certi di essere intrattenuti anche nei giorni piovosi dalla bellissima musica che i maldiviani eseguono con il tipico "boduberu" (grande tamburo). Musica e danza, eseguiti da percussionisti e cantanti, seguono un andamento dapprima lento, poi destinato a crescere fino ad un ritmo selvaggio e frenetico che spinge i movimenti dei danzatori a terminare a volte in uno stato di trance. Altro immancabile appuntamento è il "tea time" delle cinque: un’ottima tazza di tè fumante, che arriva direttamente dalle vicine e preziose piantagioni dello Sri Lanka, riuscirà da sola a portare il buon umore. L’influenza del Regno Unito, da cui le Maldive hanno ottenuto l’indipendenza soltanto nel 1965, è ancora molto pregnante, sebbene le origini della popolazione siano ritenute più vicine agli arabi, da cui le Maldive hanno ereditato la religione musulmana, alla quale non ci si può sottrarre se si vuol essere cittadini maldiviani.

L’atollo di Felidhu, che prende il nome dall’isola più importante, è caratterizzato dalla presenza di due soli resort turistici, i quali si trovano sulle isole di Dhiggiri e Alimatha. Il resto delle isole dell’atollo, dette "isole dei pescatori", è abitato da maldiviani che, come si può intuire, vivono di pesca, eccezion fatta per qualcuno che ha trovato lavoro nei resort vicini come cameriere, addetto alle pulizie o guida subacquea. E’ proprio per quest’ultima attività che, arrivati in tale paradiso, vale la pena di indossare maschera e pinne ed esplorare una delle barriere coralline più belle del mondo... La subacquea è vissuta in maniera differente rispetto al Mediterraneo: niente gommoni o barche veloci, niente mute pesanti e chili di zavorra, nessun tragitto con bombole in spalla, tutto è organizzato per godere pienamente delle immersioni. Dopo pochi minuti di navigazione raggiungiamo uno dei numerosi canali che tagliano l’atollo, un’attenta valutazione della corrente ci consentirà di effettuare l’intera immersione a suo favore. Durante la discesa colpisce immediatamente la visibilità nitida di cui è capace l’oceano e dopo qualche metro si è rapiti dalla ricchezza della barriera corallina e dei suoi pesci: pesci balestra, pesci chirurgo, pesci pappagallo, pesci palla e ancora anemoni con i pesci pagliaccio, pesci timone, grugnitori e scendendo ecco i fucilieri inseguiti dai tonni e dai carangidi e più giù aquile di mare, pesci napoleone, cernie...ci si tiene con attenzione sul fondale per non farsi trasportare dalla corrente e ci si affaccia sul drop e maestoso, di un’eleganza unica, forte e grande lo squalo grigio di barriera si lascia ammirare.

Senza ombra di dubbio "miyaru", lo squalo, è il pesce più bello che si possa vedere in queste acque. Vi sono numerosi esemplari alle Maldive e non è difficile vederne diverse specie: squalo pinna nera, squalo pinna bianca, squalo grigio, squalo nutrice, squalo chitarra, squalo leopardo, squalo tigre, squalo martello e ovviamente lo squalo balena. La legge maldiviana designa la profondità massima a 30 metri, ma sin dalla prima immersione ci si accorge che non è necessario raggiungere tale profondità per vedere un gran varietà di pesci. A conclusione delle immersioni, durante la sosta di sicurezza, i tre minuti sul reef passano in fretta dal momento che c’è sempre una tartaruga a farci compagnia. Assolutamente da non perdere le immersioni Myaru kandu, Madi kandu, Bolike faru, Golden wall e, tra le dieci immersioni più belle di tutte le Maldive, a sud est dell’atollo c’è il canale di Fotteyo. Mentre anche facendo snorkeling, non si può rinunciare al reef esposto a sud dell’isola di Rakeedho: una parete verticale nell’infinito, dove è possibile osservare speciali predatori, quali grossi esemplari di pesce napoleone e barracuda. Senza fiato lasciano le forme e i colori della barriera corallina e l’isola stessa di Ambara, caratterizzata da una fitta vegetazione e dalla presenza di sole quattro palme, dove tutto sembra essere rimasto come descritto da Charles Darwin, quando, intorno al 1800, attraversò le Maldive. Infine i Manta point,particolari conformazioni geografiche che in alcuni periodi dell’anno racchiudono grosse quantità di plancton, di cui le mante si nutrono, offrono l’inimmaginabile meraviglia di nuotare, o meglio volare, insieme a tali strepitosi esseri marini. Ad ogni tuffo si noterà l’intera catena alimentare e ci si renderà conto dell’incredibile mondo che viviamo. Per completare questo viaggio, non si può non fare un indimenticabile "tuffo" notturno. Dal crepuscolo in poi inizia una sorta di metamorfosi, alcune specie cambiano colore, altre si racchiudono in strepitose bolle gelatinose, altre ancora iniziano la loro caccia alla sopravvivenza e poi c’è chi proprio durante la notte è costretto a utilizzare una tecnica di sopravvivenza; lunghe le antenne delle aragoste, simpatico lo stile di nuoto dei temibili pesci leone, veloci i carangidi, eleganti gli squali pinna nera, maestoso lo "squalo addormentato" (squalo nutrice), si illuminano gli occhi dei trigoni adagiati sul fondale e mille sono le stelle lucenti di plancton bioluminescente....è l’immagine con cui voglio concludere questo articolo che probabilmente non avrei dovuto neanche iniziare, perchè descrivere le Maldive in poche righe è davvero impossibile. Mare, solo mare, i colori del mare e i profumi del mare, questo per me sono le Maldive..

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