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Matera la citta’ scavata nella roccia.

Interessante ricerca sulle chiese rupestri ha portato il team Acheloos Geo Exploring a Matera, città Dichiarata dall’UNESCO patrimonio mondiale dell’umanità nel 1993, proprio per aver perpetuato la caratteristica preistorica di abitare le cavità.

testo di Marina Mittica foto Fabio Piccin

LE ORIGINI

La città di Matera ha origini antichissime. Il suo territorio, ricco di grotte e anfratti, fu infatti caratterizzato da insediamenti umani già dall’età paleolitica e neolitica. Lo dimostrano importanti testimonianze storiche come tombe ipogee, cisterne per la raccolta delle acque e numerosi reperti in ceramica rinvenuti in queste zone. Successivamente , nell’età’ dei metalli, la comunità presente sul territorio si insedia sul promontorio che poi dividerà il nucleo urbano delle Civiltà e iniziano a svilupparsi le prime forme di commercio che daranno origine alla città.

Gli scambi commerciali con le vicine colonie della Magna Grecia, situate lungo il versante Metapontino, esercitarono in età classica un forte influsso culturale sulla città mentre meno evidenti sono invece le tracce della civiltà romana, periodo nel quale Matera fece parte della terza regione augustea. Con l’arrivo dei Longobardi intorno al 580 d.C. il nucleo centrale di abitazioni viene fortificato di mura e nel corso dei secoli successivi la città fu più volte contesa tra Bizantini, Saraceni e Longobardi e in fine distrutta completamente da Ludovico II. A partire da questo periodo e per tutto il Medioevo, arrivano da Oriente monaci eremiti e comunità monastiche che si insediano stabilmente a Matera. Sono loro a popolare le grotte della Gravina e a trasformarle in cripte e chiese rupestri, primi abitanti di quelli che oggi sono i Sassi, luogo che da allora conserva il fascino di una storia antica di secoli.

Intorno al mille inizia la dominazione dei Normanni, e Matera diventa città Regia. Più Tardi, grazie alle dinastie degli Svevi e degli Angioini diventa un’influente cittadina e la sua architettura viene arricchita dalla costruzione dei palazzi e dei monasteri che ancora oggi si possono ammirare. Dopo le guerre mondiali, in seguito a una profonda crisi agraria, le condizioni di vita dei contadini che abitano i Sassi si fanno sempre più estreme e difficili. Oggi, dopo l’abbandono delle abitazioni rupestri , Matera e’ patrimonio dell’UNESCO dal 1993 e i Sassi sono stati totalmente recuperati e restaurati.

Arcate come passaggi occulti, calate fiancheggiate da canali d’irrigazione giungono in cisterne a goccia che riforniscono le antiche abitazioni; orti e giardini pensili si affacciano dai tetti che, a volte, servivano da cimiteri: «in Matera li morti stanno sopra li vivi», come dice il cronista Verricelli nella sua "Cronica de la città di Matera 1595-1596".

CHIESE RUPESTRI

Nel 726 l’imperatore Leone III Isaurico, emanò un editto con il quale ordinava la distruzione delle immagini sacre e delle icone per stroncare il commercio delle immagini e combattere una venerazione considerata come superstizione e idolatria. Furono così distrutti mosaici affreschi e icone. Diversi monaci furono uccisi e per sfuggire alla persecuzione, detta iconoclasta, molti altri lasciarono l’Oriente e si rifugiarono nelle estreme regioni meridionali dell’Italia e nel Salento. I Basiliani, che prendevano il proprio nome da San Basilio, fondatore dell’ordine, costretti a nascondersi in luoghi solitari come grotte, foreste e sulle pendici delle colline, che divennero luogo d’alloggio e di preghiera, trovarono a Matera le caratteristiche per valorizzare le risorse naturali di acqua, suolo e sinergia con la popolazione locale: un sistema alveare, come quello della bizantina città di Mistrà in Laconia. E, quando le grotte naturali non erano adatte, scavavano nella roccia più friabile, dove creavano dei rifugi simili a dei pozzi. Questi rifugi naturali, adattati a dimore, furono chiamati laure. Qui i monaci continuarono a praticare il loro culto. All’ingresso delle laure c’era sempre un’immagine della Madonna destinata a custodire il rifugio. Furono certamente queste immagini non troppo rigide, un po’ più popolane ad ispirare a Pierpaolo Pasolini la realizzazione proprio tra i Sassi del film "Il Vangelo secondo Matteo", che ripercorre fedelmente il testo sacro, utilizzando attori non professionisti scelti tra la popolazione locale.

I SASSI

Scavati interamente nella roccia lungo le cavità del torrente Gravina, si estendono due piccole valli separate da un promontorio dove sorge il nucleo abitativo originario della Civica e costituiscono insieme ad essa la parte più antica della città. Sul versante più posto a nord ovest si sviluppa il sasso Barisano, sul versante opposto come un naturale anfiteatro il sasso Caveoso.

SASSO CAVEOSO

Formidabili complessi monastici scavati nella roccia, cenobi benedettini e laure bizantine, in cui le celle di monaci si stringono intorno a una chiesa sotterranea. Tutto sembra girare attorno alla lettera greca omega: dalla pianta della città alle strutture rupestri, persino nella descrizione che ne fa Carlo Levi in "Cristo si è fermato ad Eboli".

IL PALOMBARO LUNGO E LE CISTERNE DI RACCOLTA

E’ l’immensa cisterna della capienza di circa 3300 metri cubici, costruita sotto Piazza Vittorio Veneto, le cui sezioni più antiche sono state costruite tremila anni fa e le più recenti nel 1700, accorpate in un sistema unico nel 1882. I suoi intonaci sono legatissimi e la sua altezza raggiunge in alcuni punti i 20 metri. "Plumbarius" in latino è colui che fodera in piombo i condotti idrici, il riferimento si è conservato per tutto ciò che si riferisce ai lavori nell’acqua. Tale ingegneria idrica e’ frutto di anni di intenso lavoro degli operai che con tanta cura hanno scavato le condutture sotterranee della città. Il complesso più importante, nei pressi del Purgatorio Vecchio, si compone di una cisterna a campana di profondità 5,8 m collegata ad altri canali di recupero delle acque. Uno di questi, ricavato al di sotto del piano stradale, lungo 5 m, termina in superficie in una corte, dalla quale riceve le acque che provengono dai tetti , dai vicinati e dalle strade. Il livello minore della cisterna aveva la funzione di raccogliere le impurità in essa presenti, malgrado la decantazione avvenisse nelle vasche a monte. Il canale presente sul piano del calpestio della canonica, e’ il “troppo Pieno”, che consentiva il travaso delle acquee in eccesso nel Palombaro, ove fluivano anche le acque di altre 3 cisterne, variamente utilizzate come fagiale ( silos ) o come nieviere ( per la raccolta della neve ) profonde 3,8 mt.

LE ABITAZIONI

Le antiche abitazioni scavate nel tufo, erano caratterizzate per una costruzione pressoché simili tra loro . L’accesso era direttamente sulla strada, tramite un portale spesso con arco superiore, in modo da supportare il peso dell’arcata. Subito all’ingresso sulla destra un locale adibito a cucina, dove vi si trovavano una specie di lavabo con vasca scavata, e un luogo per il fuoco dove poter cucinare. Tutti i dettagli d’arredo , diciamo così, erano scavati nel tufo quindi parte integrante della costruzione domestica. Interssanti le vie di fuoriuscita del fumo, disposte sopra il portale e canalizzati con tubi di argilla, preparati a mano. Continuando verso l’interno, uno scalino portava alla zona notte dove un ampio salone era adibito al ricovero per il riposo. Sulle pareti, scavati nel tufo, piccoli pensili servivano come ripostiglio, e i vestiti erano appesi a dei bastoni anch’essi conficcati nel tufo. Importante dettaglio, ogni abitazione aveva una cisterna per la raccolta dell’acqua accessibile dall’interno dell’abitazione con dimensioni variabili; diametri di 2-3 metri e profondità 3 metri di forma a campana. I vani abitativi erano di modeste dimensioni , con superficie di circa 50 metri quadri, ricoperti di fine intonaco bianco e ammobiliati con oggetti di artigianale fattura. La caratteristica di queste abitazioni e’ il la temperatura interna che in inverno risulta essere buona grazie anche al fuoco e all’isolamento termico, mentre in estate fresca con l’effetto protettivo della roccia.

Conclusioni

Non attività di ricerca estrema, ma interessanti scoperte di speleologia urbana ci hanno portato alla conoscenza di un interessante luogo ricco di storia tradizioni e segreti che ancora oggi restano da scoprire …

Portfolio

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