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Ile de la Reunion

di Fabio Piccin

il clima tropicale dell’isola si svela in tutta la sua particolarità mostrando una vegetazione ricca e variegata, un vero e proprio giardino dell’Eden a partire dalle verdi montagne fin nel profondo blu del mare ricchissimo di vita e coralli. Lo spettacolo dell’Ile Tropical non si ferma a questo e con i suoi 3000mt di quota, nella vetta dell’antico vulcano, mostra durante il periodo invernale anche la bianca neve.. lo spettacolo diventa incredibilmente suggestivo e unico con le cime innevate e il caldo mare che nasconde i fondali più affascinanti. E così che questo meraviglioso gioiello della natura si presenta, con le montagne più alte dell’ocenao indiano, ricoperte da una vegetazione endemica unica nel suo genere perché rimasta isolata per anni dove non ci sono animali pericolosi, e le cascate e i torrenti sono di una bellezza unica ..

Un piccolo gioiello nel cuore dell’oceano indiano, l’Ile de La Reunion si presenta con delle cime che toccano le nuvole, vulcani, cascate, torrenti che sfociano in un limpido e cristallino mare .. Creola di origini e tradizioni, è stata battezzata Ile de la Reunion nel 1973, ricca di storie e leggende di pirati, oggi si scopre come un’isola attiva e turistica, dove il contattato con la natura è il segreto di tanta bellezza.

La Storia dell’isola

L’ile de la Reunion ha un’età relativamente giovane, si parla di tre milioni di anni, che nella valutazione geologica rappresentano un epoca molto prossima ad oggi. Di formazione vulcanica, essa è il risultato di un’ intensa attività eruttiva dell’antico vulcano che oggi si è ormai completamente spento. Le informazioni storiche che si anno, risalgono all’epoca delle navigazioni Arabe , successivamente nel 1502 fu occupata dai portoghesi che la chiamarono Dina Morgabim. In seguito alle esplorazioni degli Europei, le prime notizie rilevanti si ebbero nel 1649, quando per nome del Re della Francia, l’isola prese, il nome de Isle Bourbon. In seguito ai vari nomi con cui era nominata, Dina Morgabim, Santa Apolonia, Mascarin, nel 1793, con un decreto del 19 marzo, Le venne ufficialmente dato il nome di Ile de La Reunion . Nel 1806, fu battezzata Bonaparte, in onore del grande governatore Francese. Riprese nuovamente il nome di Bourbon nel 1810, quando fu colonizzata dagli Inglesi e solo nel 1841, in occasione dell’abolizione della schiavitù, prese definitivamente denominata Ile de La Reunion. Una storia ricca di eventi, fin da quando un piccolo gruppo di Francesi e Malgasci, occupò il territorio vivendo in un androne ipogeo in riva al mare, con il susseguirsi poi di occupazioni ed emigrazioni, per concludersi con l’arrivo di funzionari Francesi che regolarizzarono il sistema sociale ed economico, privilegiando coltivazioni intensive particolari che agevolassero lo sfruttamento della colonia. Da prima fu introdotta la coltivazione del caffè, che nel 1700 stava diventando una bevanda assai richiesta nella capitale Parigi, in seguito causa le guerre del 1800, la produzione di grano divenne indispensabile e quindi obbligatoria anche nelle colonie Francesi. Solo con la perdita della dominazione Francese su Santo Domingo, fornitore di zucchero della Repubblica, L’ile de la Reunion si adeguò ai fabbisogni della Repubblica Francese, indirizzando la produzione agricola verso la canna da zucchero.

La foresta colonizzatrice

A giudicare da come le giovani piante riescono ad attecchire sulla lava ancora calda, la vegetazione dell’isola anche in passato doveva essere molto rigogliosa. A confermare tale tesi, i racconti dei primi colonizzatori che descrivevano l’isola come una fitta foresta dalle rive del mare fin alle sommità delle montagne. Oggi, dopo anni di coltivazioni spregiudicate di canna da zucchero e grano che hanno danneggiato la vegetazione autoctona, si cerca di proteggere quanto è rimasto di originale nel paradiso in terra, controllando nelle diverse aree climatiche il comportamento della foresta. Per classificare la vegetazione Reunionese, gli studiosi hanno denominato le aree forestali differenziandole per altitudine ed esposizione al vento e rilevando ambienti molto diversi tra loro. La foresta semi-secca dell’ovest sembra molto degradata oggi , a causa delle modificazioni climatiche, e si ritrova attualmente solo lungo i pendii dei torrenti. Si tratta di alberi che prediligono climi poco umidi, essenze come l’ulivo, il judas,il pouant sono ormai rappresentative, un tempo forse molto più numerose. La foresta delle zone costiere, detta degli alberi colorati della pianura, è costituita principalmente da alberi da alto fusto tipicamente tropicali come le palme, alberi del ferro e tutta una serie di altri esemplari che fanno pensare a una vegetazione impenetrabile.. questo tipo di foresta si incontra dai 0 agli 800 mt e nelle zone meno battute dal vento fin ai 1100mt. Alzandosi oltre i 700mt fino ai 1500 s’incontra un diverso tipo di vegetazione denominata Forete de bois de couleurs des hautes. Molto più fitta e di difficile accesso, è costituita principalmente da arbusti con conformazione intrecciata e contorta. L’altezza delle piante è molto ridotta a causa della forza dei venti che si registrano frequentemente in quota, e alla temperatura nettamente inferiore che durante la stagione fredda può arrivare vicino allo zero. La foresta umida, situata nella zona in quota del lato est dell’isola, è composta principalmente da alberi a basso fusto con ridotto apparato fogliare. Le condizioni molto favorevoli di sopravvivenza, elevato tasso di umidità e piogge frequenti, favoriscono una colonizzazione da parte di alcune specie predominanti, a discapito di una folta vegetazione subordinata di ridotte dimensioni. La foresta di Tamarindo è un classico esempio di prevaricazione vegetativa, infatti, le alte e vaste chiome della pianta impediscono la facile vegetazione delle specie sottostanti.

Le montagne

Osservando dall’alto la parte montuosa dell’isola, si direbbe che il prolungamento della vetta potrebbe arrivare a 5000mt, in realtà la vetta più alta raggiunge i 3000 mt e da lassù si può osservare uno spettacolo davvero mozzafiato. Sono presenti tre grandi crateri del terreno di dimensioni notevoli, si parla di 20Km di diametro e 1500 mt di altitudine, detti Cirques di Cilaos, Mafate e Salazie, che caratterizzano la sommità del Piton de Niege, la montagna più alta dell’isola così chiamata per le sporadiche nevicate invernali. Questa particolare conformazione geologica, che rappresenta a tutti gli effetti un imponente cedimento della parte culminante dell’antico vulcano, ha dato vita a un panorama morfologico molto particolare. Si notano sulla circonferenza esterna dei Cirques, delle pareti quasi verticali con dislivelli che superano i 700mt, creando delle condizioni ambientali singolari soprattutto sotto il punto di vista idrogeologico. L’ile de la Reunion viene anche detta l’isola delle cascate proprio per i maestosi salti d’acqua presenti in ogni vallata, dietro ogni angolo. Nella zona di Mafate, per i più assidui amanti del trekking, è possibile ammirare uno spettacolo unico al mondo con una serie di cascate che si chiudono a semicerchio… Le Plaine des Palmistes, indicato da alcuni geologi come il quarto Cirques dell’isola, si presenta oggi come un vasto altipiano che separa le due sommità dell’Ide de la Reunion, le Piton de Niege e le Piton de la Fournaise. L’altitudine e la particolare conformazione della zona fanno si che quotidianamente si formino dei cumuli nubiformi, e delle frequenti precipitazioni. La vegetazione e l’allevamento bovino sono una conseguenza moderna di sfruttamento economico del Plaine des Palmistes , che a causa delle nebbie è visibile solo nelle prime ore del mattino ..

Il Vulcano

Nella parte più a sud dell’isola si erge maestoso il Piton de la Fournaise, l’attuale sommità del vulcano attivo dell’Ile che Le da l’appellativo di Ile Intense proprio per le periodiche eruzioni. Il Picco è inserito in un contesto montuoso a forma di cavallo, sprofondato per quasi un centinaio di metri , ricoperto di meravigliose creazioni laviche delle forma più variegata, dove nella parte centrale il cratere si innalza per ancora 500mt, raggiungendo la quota di quasi 2900mt sul livello del mare. Le frequenti eruzioni, che si ripetono ciclicamente con intervalli di circa un anno, anno dato vita a un grande scivolo lavico, che si direziona verso sud, dall’alto della cima del Piton de la Fournaise fino al mare, aggiungendo di anno in anno un nuovo scoglio alla preziosa Isola. Le caratteristiche geologiche del vulcano sono conosciute agli esperti, che lo definiscono un vulcano docile, non caratterizzato da fenomeni eruttivi violenti. Negli anni le colate laviche che si sono sempre dirette verso la parte dell’isola non abitata, sono state molto fluide senza considerevoli fuoriuscite di zampilli incandescenti e gas pericolosi, diventando in questo modo, dei magnifici spettacoli notturni per i fortunati turisti che risiedevano nell’isola durante le eruzioni.

L’oceano e le lagune marine

La conformazione geologica dell’Ile de la Reuinion, isola vulcanica risultato di una imponente eruzione che dai 4000 di profondità marine ha generato il gioiello emerso che oggi conosciamo, è caratterizzata anche nell’aspetto costiero e marino, presentandosi come un isola dal mare impetuoso e dai fondali costieri con profondità considerevoli. Si pensi che a poche miglia dalla costa ci si trova praticamente nel mezzo dell’Oceano Indiano, con fondali impressionanti, situazione che consente alle correnti marine di scaricarsi direttamente sulle scogliere laviche Reunionesi, dando vita a onde imponenti molto apprezzate dal popolo dei surfisti che si incontrano o abitano l’isola. Le barriere coralline, presenti in poche zone lungo la costa, riescono a bloccare l’effetto del mare, racchiudendo in dei veri e propri paradisi sommersi, una costellazione di coralli e pesci dai colori spettacolari. Le lagune, visibili dall’alto, rappresentano un paradiso anche per i subacquei che durante tutto il periodo dell’anno, vistano i fondali cercando incontri ravvicinati con pesci e tartarughe che popolano i reef. Una netta differenza tra ecosistemi che si affiancano a poche centinaia di metri, con un unico comune denominatore, l’oceano Indiano. Pesci spada, balene, squali, marlin blu, cernie al largo nel blu intenso, senza perdere di vista le montagne nuvolose dell’isola, coralli pesci pagliaccio, pesci istrice, pesci angelo, murene e quanto di incredibile si possa immaginare a pochi metri dalla spiaggia che in questo angolo di mondo è nera come la lava del vulcano che sovrasta ..

La popolazione

Una delle caratteristiche sociologiche dell’isola, che la rende molto singolare nel mondo, è il miscuglio di razze che convivono serenamente nella regione, Bianchi e Neri, Indiani e Cinesi, Europei e Africani.. La storia delle colonizzazioni, fa sicuramente parte integrante di questa mescolanza etnica, senza dubbio cominciata con la tratta degli schiavi che in passato dalla vicina Africa, erano trasferiti per essere utilizzati come manovalanza nei lavori più faticosi. In seguito si avvicinarono all’isola le popolazioni dell’India e della Cina, in cerca di nuovi mercati, dove intraprendere commerci e fiorenti attività. Oltre alla mescolanza delle caratteristiche fisiologiche delle persone, incredibile per molti aspetti estetici che affascinano per la singolarità, anche le religioni sono nel tempo riuscite a convivere in modo pacifico articolando la cultura religiosa con testimonianze Cristiane, Mussulmane, Indu.. Tutte queste diversità etniche, fuse insieme hanno creato a un bisogno d’identificazione comune, una specie di documento di riconoscimento che potesse descrivere la nuova popolazione dell’Ile de la Reunion, la Gente Creola. Nasce quindi negli anni la tradizione e l’orgoglio di essere un Creolo, un’abitante della meravigliosa isola per molti riconosciuta come il paradiso terrestre, individuo unico e originale con origini differenti e con un albero genealogico che ingloba paesi diversi e lontani ..

Consigli per il visitatore

Visitare l’Ile de la Reunion è un’esperienza interessante, perché può essere vissuta in modo molto diverso senza dover impegnarsi in particolari attività logistiche e di pianificazione. Se si desidera una permanenza all’insegna del riposo e del relax, i numerosi alberghi e hotel dislocati lungo le coste, offrono un servizio prestigioso e completo a prezzi ragionevoli, la cucina Creola non manca di ricette interessanti e merita di essere degustata per i sapori e profumi intensi. Il mare e il sole non si fanno desiderare, e con poche accortezze si possono ammirare dei meravigliosi fondali marini. Per chi cerca un programma all’insegna dello sport e delle attività ricreative, una serie di servizi turistici completa il panorama dell’isola paradiso. Sicuramente il trekking è d’obbligo attraverso le montagne e le vallate incontaminate, salendo fin alla vetta dove poter ammirare per esempio l’alba sul Piton de Niege. Non solo escursioni in montagna ma visite ai villaggi tipicamente Creoli come Mafate, dove si arriva solamente a piedi, o nei parchi lagunari per ammirare animali e flora unici al mondo. Per chi ama il mare, immersioni spettacolari seguendo i percorsi naturali che con tanta maestria la lava ha saputo creare sprofondando nell’oceano. L’Ile de la Reunion si distingue per la sua originalità e moltitudine di paesaggi tanto difficili da descrivere quanto emozionanti da ammirare da qualsiasi punto di osservazione.

Il Documentario http://www.youtube.com/watch?v=I0qn...

Ringraziamenti

per il contributo necessario alla realizzazione del progetto di ricerca :

- BARLEYCORN calzature per il tempo libero e lo sport.
- AB GLOBAL SERVICE servizi tecnici industriali
- NICO’S ALP equipaggiamento tecnico da montagna
- SEPADIVER equipaggiamento per la subacquea

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